Museo delle energie
Nell’ex Mulino Montecuccoli poi centralina ENEL di Marano, è presente uno spazio espositivo che riguarda i canali, gli opifici e le centraline elettriche.
Canali, mulini, opifici
I bacini del fiume Panaro e del torrente Samoggia si sono caratterizzati per la presenza di un gran numero di mulini sorti in epoche più o meno remote per servire non solo centri abitati, ma anche borghi isolati o gruppi di case. Ogni comunità aveva il suo impianto di macinazione.
A partire dai primi decenni del ’900, quando si affermò l’uso dell’energia elettrica, in molti mulini fu installata una ruota o turbina supplementare. Non sono poi mancati i casi in cui con il mulino hanno convissuto altre attività. Nel Mulino di Marano vi era un frantoio per le olive.
Sette secoli di storia: da mulino a centrale ENEL
L’edificio che a Marano è comunemente conosciuto come “ex centrale ENEL” ha iniziato a ospitare impianti di produzione di energia elettrica nel 1907. Questa attività è continuata sino al 1973, ad opera prima della Società Emiliana per l’Energia Elettrica (SEEE), quindi, dopo la nazionalizzazione del settore elettrico degli anni ’60, dell’ENEL.
Prima del 1900 è stata condotta a lungo, in questo luogo, una fiorente attività molitoria. Il mulino fu costruito intorno al 1320 e non cessò mai di funzionare, svolgendo un ruolo importante nella vita della comunità. E’ conosciuto anche come “ mulino Montecuccoli”dal nome della famiglia che lo acquistò nel 1640. Attualmente del vecchio mulino rimane l’antica struttura, più volte modificata, situata sopra il Canale di Marano che deriva acqua dal Panaro.
Della centrale elettrica restano invece alcuni impianti, macchinari e strumenti, visibili nel portico, nella sala d’ingresso e nei locali dell’interrato adibito ad attività di ristorazione. Intorno a questi è stato realizzato un allestimento che permette di identificarne le funzioni e ricostruirne la dislocazione all’interno dell’edificio.